RICOMINCIARE
Apertosi sulle note della canzone “Ricominciamo ancora” di Arisa, la riunione svoltasi il 15 Dicembre a “Villa Ester” (Quartiere Oltretorrente) non ha deluso le aspettative.
Si trattava infatti del primo incontro dall’inizio della pandemia promosso dall’Associazione ‘Oltre il ponte’: concepito senza rete e senza trama prestabilita, solo per poter dare spazio all’ascolto e per verificare la possibilità di riprendere un lavoro di base nel tessuto vivo della città. I tre relatori -ai quali era stato semplicemente proposto il quesito sul come e sul se ricominciare- hanno affrontato liberamente il tema, proponendo una loro chiave di lettura personale di quanto con la pandemia sia accaduto attorno e dentro di noi.
Così, in sequenza, dapprima Ursula Zambelli -invitando i presenti a ripercorrere nella propria memoria i due ultimi anni- ha suggerito tre valori da recuperare: Tempo – Ritualità – Comunità. Ha quindi affrontato la dimensione delle emozioni e, senza poterle analizzare nel loro insieme, ha messo a fuoco quelle maggiormente attivate in questa fase: la paura ed il coraggio, … riprendendo l’invito di Giovanni Falcone (“saper governare la paura”). …
Dal canto suo, Alessandro Bosi ha risposto al quesito affermando che sempre occorre ricominciare: dedicando attenzione ai piani dell’educazione e delle relazioni; ed infine mettendo in guardia rispetto al rischio della ripetizione dei medesimi errori, pertanto suggerendo come slogan quello del “nuovo inizio”. A tal proposito ha menzionato l’iniziativa ‘Angelus Novus’ che si era svolta nella medesima sede, poco prima della pandemia: 4 incontri che vennero appunto interrotti dall’arrivo del Covid-19 ma che consentirono di far emergere l’esigenza di un nuovo cominciamento per la città. Infine ha avanzato due proposte: dare spazio al tema della ‘parola’ (facendo riferimento al prologo del vangelo di Giovanni), alla quale va restituito lo spazio adeguato dato che la scrittura è stata soppiantata dal rumore; e dare spazio al tema della città (la polis come luogo del logos), ma scoprendone il senso del limite.
Mentre Davide Bertorelli, traendo spunto dalla constatazione di Hannah Arendt (“il nostro profilo vitale è incominciare”), ha invitato a prestare attenzione al piano della salute mentale. Di qui le indicazioni: resilienza, viaggiare, leggeri, cosa possiamo lasciare?, come elaborare i nostri lutti (malattia-morte).
È seguita una discussione appassionata e partecipata da numerosi presenti, dai quali sono scaturite esigenze e proposte, entro un quadro positivo ed anche convergente.
Sia l’insieme delle proposte emerse sia l’atmosfera dialogica e coesa ci inducono a proseguire il cammino così intrapreso.
Luciano Mazzoni Benoni