Tema ormai ritenuto obsoleto, dal nostro mondo sazio e disperato, oltre che super alimentato e saturo di obesità oltre che di altri disturbi alimentari.
Le notizia che ci arrivano dalle periferie del mondo non ci riguardano e soprattutto non sono nuove e capita di sentirsi dire frasi come “questa cose le abbiamo già ascoltate negli scorsi decenni” oppure “continuate a fere i terzomondisti come nel ‘68”. Eppure la realtà è tremendamente diversa: nel 2017 si sta consumando una carestia senza precedenti, la fame colpisce attualmente quasi un miliardo di persone (esattamente 795 milioni per la FAO), la geografia della malnutrizione si trova nel 98% nei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”, ma attenzione: soltanto nella vicinissima Africa ne soffrono ben 232 milioni di persone, infine la diffusione delle carestie si spande in numerosi Paesi (dal Corno d’Africa al Madagascar, dal Mozambico allo Zimbawe), ma cosa significa esattamente il termine ‘carestia’? non basta una condizione di generica ‘insicurezza alimentare’, ma occorre che il 20% delle famiglie abbia livelli estremi di carenza di cibo e limitata capacità di risposta; o che i casi di mal nutrizione acuta superino il 30% o che il tasso di mortalità interessi due adulti su diecimila, da notare poi che gli effetti (oltre alla morte) non sono soltanto danni di passaggio alla salute, anche se acuti, bensì anche danni neurologici permanenti. Ebbene, ma quali sono le cause di tutto ciò? questo lo si deve sapere, con chiarezza: anzitutto i cambiamenti climatici, con forti siccità e improvvise inondazioni e danni permanenti all’agricoltura. Poi le guerre con le loro infernali dinamiche. Quindi la corruzione che consente crescenti privilegi alle multinazionali nello sfruttamento delle risorse naturali. Sempre tutto a danno dell’equilibrio sociale rurale preesistente. Con l’aggiunta finale che, l’insieme di queste cause, provocano anche e contemporaneamente una sofferenza di povertà e scarsità d’acqua per circa un miliardo di persone.
Continuare a stupirsi che tanti esseri umani cerchino in ogni modo di sfuggire a quella triste sorte equivale davvero a una condizione di irresponsabile e ingiustificabile ignoranza.
L’immagine di copertina è di Kevin Carter premio Pulitzer 1994