Sabato 10 novembre 2018 alle ore 17 inaugura presso lo spazio espositivo della ex chiesa tardomedievale, nota come Galleria S. Andrea, “Tracce, Frammenti, Memorie”, una mostra di dipinti e sculture in ceramica realizzate ex novo dalle quattro autrici, unitesi per un progetto di forte impatto e creatività. Sono quattro diverse narrazioni artistiche che si intrecciano nella ragnatela di quel filo rosso che è la vita.
Osservando le terracotte di Enrica Gibin, quel che si coglie al primo sguardo è l’amore per la varietà di forme e colori che la Natura ci offre in infiniti dettagli e sfumature. Ma c’è dell’altro. Nella scelta della terra come supporto e parte integrante delle sue creazioni, l’artista invita a una riflessione che va ben oltre la bellezza dei colori e delle forme. Le terracotte, così come le ha concepite, imprecise e diverse nei contorni, sembrano brandelli strappati ad un affresco in un futuro speriamo poi non così prossimo dove le erbe, i fiori, le piante non guardano più il cielo e non sono altro che reperti, impronte, segni più o meno accesi celati sotto strati di polvere, frutti di una distruzione totale che potrebbe sorprenderci annientando in un colpo o in una lenta agonia ogni presenza vitale.
Nel suo lavoro recente Mara Montagna ha sentito la necessità di staccarsi dalla rappresentazione figurativa per lasciare emergere la libera sperimentazione. La sua ricerca espressiva si è indirizzata verso mescolanze casuali di colore, trame, macchie, aggrovigliamenti, linee, graffi e quant’altro riesca a creare delle texture tattili e visive all’insegna dell’imprevisto e della scoperta.
Tutto ciò accostato a materiali naturali affascinanti per la loro struttura, capaci di produrre in lei un effetto evocativo e narrante, oppure inserito su supporti rovinati e logori, come il ferro arrugginito o il legno, che possiedono una bellezza intrinseca esplicativa anche senza le parole.
Le tematiche delle opere di Agata Maugeri sono principalmente il ritratto e l’autoritratto e, ad essi collegati, l’amore, le passioni, i desideri genuini di felicità. Come Agata stessa dichiara: “Il tema dell’autoritratto, per ogni artista, rappresenta da sempre uno dei temi più affascinanti e costruttivi ed affrontarlo significa rafforzare la propria identità offrendo l’opportunità di riflettere su sé stessi e sul rapporto incessante che ognuno di noi ha con l’altro da sé. Ripensare alla propria vita, mettere a fuoco emozioni (…) L’identità di una persona sta proprio nella capacità di riflettere su sé stessa, sulla propria memoria. La memoria ci dice, con sufficiente approssimazione, chi siamo; quindi l’identità è memoria. La nostra memoria oltre a dirci da dove veniamo, ci dice concretamente chi siamo o, meglio, con chi siamo stati fino a questo momento”.
Andreina Spotti dipinge emozioni, i volti, le donne. Il vissuto femminile diventa archetipo ed intraprende un viaggio di crescita creativa. Diviene danza: talvolta si fissa su uno sguardo intriso di malinconia, di gioia assorto. Attimi cristallizzati in un istante immobile che però si invera e si rivitalizza nel cromatismo acceso. Storie che non seguono un itinerario lineare ma che procedono attraverso l’urgenza della spinta creativa dove il colore si accende e si appropria del tema nell’atto pittorico. E allora l’idea incomincia a prendere forma, si materializza, si trasfigura in concetto universale.
La mostra è aperta dal 10 al 22 novembre 2018
Orari ad ingresso libero: da martedì a sabato 10-12 e 16-19; domenica 16-19; lunedì chiusura