Ieri sera presso la pergola della corale verdi nell’ambito della rassegna “Restate in Corale” in collaborazione con la libreria “Voltapagina” si è tenuta la lectio dello psicanalista e saggista Massimo Recalcati sul tema della genitorialità e le relazioni affettive.
Massimo Recalcati è uno degli psicoanalisti più noti di Italia. Insegna all’università di Pavia e di Verona. E’ fondatore di Jonas Onlus: centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi e Direttore Scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA, oltre a numerosi altri incarichi scientifici e di supervisioni in diverse realtà.
Il tema si è dipanato tra i concetti di cosa significa essere genitori, essere figli (soprattutto adolescenti) oltre alla suggestiva riflessione sulla mistificazione di due grandi must della pedagogia e sulla genitorialità in genere. Le due grandi “menzogne”, come le definisce lo psicoanalista, sono: 1) per crescere un figlio occorrono regole, 2) per essere bravi genitori occorre educare i figli soprattutto al dialogo, all’empatia e alla comprensione.
I genitori, spiega Recalcati, spesso vivono le regole da insegnare ai figli come valori universali mentre i nostri figli sono persone uniche con valori individuali. Ogni figlio deve essere un “figlio unico” per i genitori con una relazione unica e specifica.
I genitori dovrebbero aiutare i figli e far si che la regola venga introiettata come valore intrapsichico interno individuale e non come valore esterno e regola fine a sè stessa. Per esempio una persona non dovrebbe uccidere per evitare le conseguenze di tale gesto (regola) ma perché porta dentro sè il senso della legge, aggiunge lo psicanalista. Il senso della legge è strettamente connesso al senso del peccato. Le regole, se diventano interne, sono preziose per lo sviluppo psicoevolutivo dei figli adolescenti. La regola difatti, imposta dai genitori agli adolescenti, dovrebbe rendere possibile la trasgressione del figlio, in quanto se trasgredita darebbe origine al senso di colpa dando la possibilità di costruire retroattivamente il senso della legge. La legge va incarnata per essere compresa interamente. Le regole dovrebbero essere definite in modo individuale su ogni figlio senza porsi come prerogative universali. In molte famiglie mancano tali regole interne…molti adolescenti oggi vivono alla stregua di tanti Telemaco, chiusi nel loro mondo, nel loro isolamento in camera o sul web o con diverse forme di psicopatologia, in attesa che i propri Ulisse tornino ad Itaca consapevoli e maturi (ovvero quanti genitori sono loro stessi adolescenti senza regole!).
Altra grande “menzogna è rappresentata dalla credenza che per crescere bene un figlio occorra dialogare con empatia e comprensione. Riferendosi sempre all’età adolescenziale, il dialogo con un adolescente è spesso non autentico in quanto gli adolescenti sono un mondo non conosciuto e quindi estraneo e non compreso per definizione dai genitori. Occorre dialogare e amare un figlio adolescente pur non comprendendo il suo mondo al fine di preservare il desiderio e il segreto dei figli stessi. Il segreto porta alla differenziazione dai genitori e quindi all’essere persona adulta. L’intimità totale, il dialogo continuo, la trasparenza porta alla morte anche in altri rapporti relazionali come per esempio tra due amanti. Le storie d’amore durature sono quelle che portano con sé ancora il mistero, una quota di incomprensibilità dell’altro. Solo se si è in grado di sopportare la solitudine, se un partner non è lo specchio infantile dell’ altro, allora si può vivere una relazione d’ amore adulta e sana. Amiamo profondamente chi non comprendiamo, chi è diverso da noi. Gli adolescenti crescono e si affacciano al mondo con una buona strutturazione del sé, solo se sono stati amati pur essendo diversi dalle aspettative idealizzate e narcisistiche degli genitori. Una buona educazione è quella che, da un lato, non impone un copione, un destino deciso dai genitori ma permette di vivere la diversità dei figli; e dall’altro permette la differenziazione dagli stessi, permettendo ai figli di trasgredire alle regole… incarnando la legge.
I figli diventeranno persone autentiche e orgogliose di sé in virtù della loro capacità di desiderare e essere segretamente diversi dai loro genitori, tralasciando le due menzogne pedagogiche che da tempo sono il timone del senso comune.
di Ursula Zambelli