Iniziativa inusuale quella avvenuta martedì 31 Ottobre, nell’ambito della Rassegna “Il rumore del lutto” con la meditazione a sfondo antropologico di Luciano Mazzoni Benoni dedicata all’ultimo viaggio della vita.
Il senso della partecipazione dell’Associazione OLTRE IL PONTE andava forse proprio a recepire una indicazione di carattere sociale, rima ancora che culturale e spirituale, suggerita dal relatore nell’introduzione: vale a dire la necessità di favorire una avveduta riappropriazione del tema del morire da parte de cittadini, dopo la rimozione che è silenziosamente avvenuta, tramite il processo di privatizzazione e ospedalizzazione del fenomeno (dalla fase terminale del malato fino a quella del trattamento della salma del defunto).
Ma una seconda buona ragione risiedeva forse nell’intento ambizioso del relatore il quale si proponeva di condurre i presenti alla scoperta non solo della convergenza tra le sapienze antiche e le tradizioni religiose in materia (seguendo le tracce suggerite da Cesare Boni), ma anche alla rivelazione degli ultimi approdi dei nuovi saperi: sbocciati, grazie al lungo percorso favorito da studiosi e mistici del livello di Pierre Teilhard de Chardin e di Raimon Panikkar, prima al cosmo-centrismo e più di recente al bio-centrismo, per l’apporto degli scienziati Robert Lanza e Bob Berman.
L’avvenuto superamento delle pretese antropocentriche e la sostituzione del cosiddetto ‘principio antropico’ (ispiratore delle linee dell’evoluzione) con quello invece ‘biocentrico’ consente oggi non solo una più serena ricezione del morire, ma svela inattese possibilità di restituire valore alla prospettiva di una ultravita, al di là delle nostre dimensioni spazio-temporali. A quasi trent’anni dalle prime ricerche sull’oltre-vita di Rymond A. Moody questo annuncio suona come conferma ed anche come promessa di ulteriori maturazioni nell’ambito dell’Universo divenuto Cosciente.