di Enzo Carrozzini
Il 27 Gennaio si celebra il Giorno della Memoria, la ricorrenza internazionale voluta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005, per commemorare le vittime del genocidio operato dalla Germania nazista. Un massacro di 15 Milioni di persone sterminate nel corso della seconda guerra mondiale, a cui solo il popolo ebreo partecipò con circa sei milioni di vittime, nonché di persone di etnia rom, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali, o persone definite “anti sociali”, come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti ,che contribuirono a milioni in questa assurda contabilità dell’odio razziale e politico. Anche Il nostro paese, sotto l’egida del regime fascista, partecipò a quello scempio con l’introduzione iniziale delle Leggi razziali, costringendo alla ghettizzazione italiani di fede ebraica, fino alla deportazione di migliaia di concittadini.
L’emblema della responsabilità morale del governo fascista dell’adesione alla cosiddetta “soluzione finale” teorizzata dal dittatore nazista Adolf Hitler, operata sui nostri connazionali, è costituita dalla Risiera di San Sabba di Trieste(oggi monumento nazionale), tristemente adoperata come luogo di transito di prigionieri deportati in campo di concentramento germanici, e successivamente utilizzata come centro di sterminio mediante l’utilizzo di forni crematori.
Col giorno della memoria non si vuole soltanto ricordare le milioni di vittime della tempesta che si abbatté in questa parte del Mondo, ma è un monito a tutte le generazioni contemporanee e future affinché non abbia più a capitare la realizzazione concreta e bestiale del “sonno della ragione” che scatena i popoli in una brutale e cruenta danza mortale, laddove sono bandite umanità, compassione, e pietà umana. Il ricordo della Shoa, come gli ebrei hanno definito il loro genocidio, e dello sterminio di tante persone innocenti, ci renda strumenti consapevoli di comprensione e accettazione di tutte le differenze di cui è costituita l’umanità, e serva a farci bandire ogni genere di discriminazione che, anche inconsapevolmente, contribuiamo a generare nei confronti di chi è diverso da noi.
Alcune zone del mondo sono oggetto di violenza brutale i su persone innocenti, ieri nei balcani, oggi in Medio Oriente, in Africa, in Asia ancora si soffre per bramosia di potere politico ed economico, e agli uomini di pace non resta che continuare a perseguire l’unico credo, quello di continuare a nutrire speranza, quello di “restare umani”, (come ebbe a pronunciare il giovane pacifista Vittorio Arrigoni).
E’ l’unica assicurazione che abbiamo per evitare altri “sonni” della ragione. Anche così potremo onorare la memoria di un grande scrittore italiano, Primo Levi, deportato e scampato ai campi di sterminio (ma non al suo atroce destino), cronista e testimone di come un uomo possa assumere ruoli di vittima e carnefice, completamente dimentico dei valori e del patrimonio unico di cui è costituito il suo essere…
SE QUESTO E’ UN UOMO….
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza per ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli….. (Primo Levi)