di S.C.
“Se giudichi le persone non avrai tempo per amarle” l’acceso scritto rafforzato dal rassicurante sorriso di Madre Teresa di Calcutta oppure “il compito più difficile della vita è quello di cambiare se stessi” la frase scolpita tra colorate sfumature che fanno da sfondo alla profonda saggezza del volto di Nelson Mandela. Frasi per nulla casuali o semplici aforismi, ma parole che hanno la forza di abbattere ogni barriera se lette sui muri di un corridoio grigio azzurro di un carcere. Il Carcere è quello di Parma e pochi sanno che al suo interno si trova ristretto un detenuto I.C., in arte “Pluto” che fa dell’arte e dei graffiti murari la sua principale forma di espressione e narrazione del “sè”. Tanti murales infatti, lungo i corridoi di accesso alle sale comuni, alla chiesa, alla biblioteca, all’infermeria o sala computer, colorano la vita dei tanti detenuti che quotidianamente camminano lungo quei corridoi. Fumetti, cartoon, bellissime e multiformi matite colorate, insegne originalmente dipinte sulle porte di accesso della “chiesa”, della “libreria”, della “palestra”, della “sala pittura” rallegrano lo sguardo del ristretto osservatore. Tinte forti e accese, che vanno dal rosso amaranto al blu cobalto, al giallo ocra al viola ametista, dal verde speranza al nero profondo sforano per potenza ed intensità i freddi ed anonimi muri dei corridoi e delle porte carcerarie, proiettando la mente dei reclusi, e non solo, “oltre quei muri”. Dipinti speciali che esprimono sogni di libertà ed immaginazione, bisogni e necessità. Una street art di fantasia e d’elevazione che attraverso i graffiti di un detenuto come I.C. in arte “Pluto” hanno la potenza di trasformare un “non luogo”, come il corridoio di un carcere, in “luogo”, di dare un’ identità, prima ancora che ad uno spazio chiuso, alla mano di un pittore e all’occhio di ogni recluso. “Every day there is something news. Never stop experiencing, living, learning – Ogni giorno c’è sempre qualcosa di nuovo. Non smettere mai di sperimentare, vivere, apprendere” è il coloratissimo messaggio di speranza scritto sul muro di un carcere che un detenuto del carcere di Parma che firma i propri murales con lo pseudonimo “Pluto” consegna a noi tutti, altrettanto ristretti tra le nostre paure e le nostre, anche inconsce, barriere mentali.