Venerdì 1° Febbraio al cinema D’Azeglio Il Borgo ha organizzato un faccia a faccia con l’ex ministro Minniti , il sindaco Pizzarotti e don Valentini per parlare di immigrazione e nell’occasione, per presentare il libro scritto dallo stesso ex ministro intitolato “SICUREZZA E’ LIBERTA” – Terrorismo e immigrazione: contro la fabbrica della paura. Tutti noi conosciamo l’onorevole Marco Minniti per aver ricoperto il ruolo di ministro degli interni per 16 mesi e per oltre vent’anni ai vertici degli apparati di sicurezza e di intelligence del nostro Paese. Anni fondamentali e difficilissimi, in cui si è trovato a gestire, in particolare nei suoi sedici mesi al Viminale, eventi epocali di portata internazionale, come la forte ondata migratoria successiva alle “primavere arabe” , il consolidamento dello Stato islamico e la stagione dei feroci attacchi terroristici in territorio europeo, la crisi libica con le sue ancora attuali conseguenze.
Ma come lui stesso afferma, oggi non c’è una invasione. Certamente l’attuale ministro sta tenendo una strategia della tensione comunicativa come se in questo momento ci fosse una invasione di immigrati, sono sette mesi che tiene una Nazione sotto tensione con l’unico obiettivo di tenere incatenata la gente alle proprie paure.
Nel suo libro spiega che la paura è un sentimento che scava così a fondo dell’essere umano che a volte si ha difficoltà a confessarla anche alle persone più vicine. E’ una pulsione fondamentale dell’essere umano che spinge a difendere la propria identità, il proprio equilibrio interno e i propri confini. E’ qualcosa che mette in discussione principi e orientamenti forti e che produce comportamenti irrazionali. Accusa la sinistra di trattare con supponenza e distacco le ragioni che l’hanno generata, lasciando campo libero agli speculatori della paura, a chi costruisce la propria fortuna politica sfruttando l’angoscia dell’impoverimento e della perdita dei propri diritti suscitata da un fantomatico nemico esterno, l’immigrato. Egli stesso afferma che nella situazione in cui ci troviamo non basta dare la colpa a chi ora grida di più. La sinistra riformista italiana ed europea hanno capito troppo tardi che su questo si giocava una scommessa cruciale. Per non tradire il proprio elettorato dovevano parlare un linguaggio di verità e capire che a chi prova paura e rabbia per la situazione economica e sociale non si può rispondere con la freddezza delle cifre e delle statistiche. Di fronte alla condizione individuale di chi ha perso il lavoro o si sente insicuro non basta rispondere sottolineando i segni meno che sono diventati segni più.
C’è poi un’altra parola chiave del nostro tempo, “sicurezza”, un termine che deve essere centrale nel vocabolario della sinistra italiana ed europea , spiega sempre nel suo libro. La sicurezza è un bene comune, ma innanzitutto è un bene. Qualcosa di molto importante nella vita delle persone, strettamente connesso alla possibilità di “vivere la vita”. Ma questo “bene” per sua stessa natura non può che essere comune. Esiste, si concretizza solo nel rapporto dell’individuo con l’altro. La sicurezza, dunque, è uno dei punti di incontro tra l’individuo e la comunità. La garanzia della società.
Non sfugge a nessuno che dietro l’offensiva dei nuovi populismi, sia quelli europei, sia quello italiano, ci sia l’idea che non è possibile tenere insieme il principio di sicurezza e quello di libertà, due principi fondativi della democrazia. Li si considera come una “coppia opposizionale” : o si sceglie la sicurezza, o si sceglie la libertà. Uno scambio tra sicurezza e libertà non è possibile; non è possibile contrapporre i due termini. Non c’è autentica sicurezza se è limitata ad alcuni ambiti dell’esistenza, cioè se per garantire la propria sicurezza si è obbligati a rinunciare ad alcune libertà. Accettare questo compromesso significa vivere una vita in miniatura. Il nesso tra libertà e sicurezza è altrettanto evidente e intuitivo se rovesciato. A che mi serve la mia libertà se è sganciata da un principio di garanzia del rispetto delle mie azioni? A che mi serve la mia libertà se nel momento in cui esco di casa sono sottoposto a una minaccia? A che mi serve la mia libertà se non mi è garantita la facoltà di andare dove voglio? “ SICUREZZA E’ LIBERTA’” è un principio universale che vale per tutti, ma soprattutto per le persone più esposte socialmente, per la gente comune.
Allora se analizziamo attentamente i mezzi per garantire politiche adeguate , ci rendiamo conto che la sicurezza non è solo ordine pubblico, certo per garantire la sicurezza di una piazza o di una strada, occorre una macchina delle forze di polizia, ma ha bisogno anche della giusta illuminazione, di adeguate politiche di sviluppo, di arredo urbano, di riqualificazione urbanistica e di integrazione sociale.
Il sindaco Federico Pizzarotti nel suo intervento ha ribadito che non siamo di fronte ad una invasione di immigrati, nella nostra città abbiamo accolto mille richiedenti asilo, pari allo 0,5%, eppure sale la tensione della paura. Don Luigi Valentini da anni alla guida della comunità di Betania , punta l’obiettivo sull’accoglienza e l’integrazione, pur non nascondendo le difficoltà e le opposizioni incontrate durante il suo percorso. Giuseppe Luciani ,presidente de Il Borgo, ha ricordato la creazione, all’interno del circolo, di un osservatorio per comprendere la natura del fenomeno migratorio.
L’onorevole Minniti ha lasciato la folta platea con un grande sogno : Gli Stati Uniti D’Europa, richiamando alla memoria l’idea prospettata da Altiero Spinelli. Ha poi rivolto un caloroso invito al Vecchio continente affinché inizi a prendere in considerazione e a cuore il futuro dell’Africa, sostenendo che tra vent’anni l’Africa sarà lo specchio dell’Europa.
Gabriella Biacchi