Perché tutti che rappresentiamo la comunità sociale dobbiamo essere solido strumento a fianco delle donne vittime di violenza per sostenerle nel denunciare e uscire dall’anonimato. Perché rimanere sole è un’altra forma di violenza sottile e perversa.
Perché solo grazie alla nostra presenza possiamo aiutare le donne a togliersi la maschera che nasconde solitudine, compiacenza e soprattutto ferite profonde nell’anima. Quella maschera che rende donne a metà, vite a metà; alimenta un amore malsano, bugiardo e ibrido. Occorre portare luce e calore sulla ferite, ascoltarle, curarle dissodandone il terreno, coltivando un nuovo amore soprattutto verso sé stesse. Un amore vero, trasparente, vivo e rispettoso.
Perché dalle ferite profonde possa germogliare, con dignità e bellezza, una rinnovata e intensa consapevolezza di donna.
di Ursula Zambelli