Questo è il titolo di una tavola rotonda promossa dal gruppo consiliare di Parma Protagonista tenutasi al Wopa, giovedì 21 settembre con Paolo Scarpa capogruppo in consiglio comunale , Pier Paolo Eramo consigliere comunale e dirigente scolastico, Maria Antonioni direttrice Servizio Sert di Parma, don Luigi Valentini responsabile della Comunità “Betania”, Barbara Cantarelli – Nicola Bolzoni Unità di Strada Ausl e Beppe Tramuta ex agente Squadra Narcotici. Inizio con la proiezione di una toccante intervista a Matteo Cambi, rilasciata qualche tempo fa a Peter Gomez , preambolo interessante per addentrarsi in un tema così scottante quanto emergente e che la città, pare, si risvegli da un collettivo assopimento soltanto quando accadono fatti eclatanti per uno sconsiderato uso di stupefacenti.
A Parma c’è qualche problema di droga?
Ebbene sì , c’è un grande problema di droga, se ne vende tanta, e se ne consuma tanta. Ogni giorno ne vengono consumati 10 Kg, e la richiesta supera l’offerta. Per questo, i tanti spacciatori e non solo quelli che vediamo sulle strade , non si fanno la guerra tra di loro, ognuno ha il proprio mercato. I nigeriani spacciano cocaina, albanesi eroina, sudamericani hashish e cocaina, nordafricani eroina,cocaina e tutto questo controllato dalle mafie criminali organizzate. La dottoressa Antonioni ci ha fornito dati sui quali nessun cittadino può esimersi dal far finta di niente: il 40% degli abitanti di Parma fa uso di droghe, e l’età in cui si inizia è sempre più bassa, oggi già a 12- 13 anni i ragazzi entrano in cura al Sert, non solo per uso di una sola droga ma per un poliabuso: cocaina, eroina, alcol e cannabis assunte insieme. Tutto ciò rende il percorso disintossicativo più difficile. Un altro handicap che hanno oggi gli operatori sono le nuove droghe che non sono rintracciabili nelle urine, nulla emerge dall’esame tossicologico da chi ha assunto per esempio : Ketamina, Mefredone, Ghb, Salvia Divinorum e tutta una serie di altre sostanze sintetiche. Come, in modo molto esplicito la dottoressa Antonioni ha sottolineato, non esistono droghe leggere e droghe pesanti : le droghe sono droghe punto!!!!
Ma perché si ha bisogno di assumere droghe e che cosa succede al fisico? La droga si assume per innumerevoli motivi: solitudine, ansia da prestazione, noia, e, soprattutto , rispetto a qualche anno fa si assumeva droga per isolarsi da un contesto sociale, oggi si assume per stare dentro ad un contesto, perché se non ti droghi sei uno “sfigato”.
Gli stupefacenti hanno un solo bersaglio: IL CERVELLO!
Le droghe agiscono nell’arco di pochi minuti, arrivano al cervello, emettono una quantità enorme di dopamina , immediatamente danno piacere, le persone si sentono gratificate, forti, sveglie, in grado di affrontare qualunque sfida , Matteo Cambi lo ha spiegato molto bene, spesso non dormiva per 48 ore consecutive. Ma poi cosa succede? IL cervello BRUCIA. Le cure farmacologiche in modo particolare per il cocainismo sono scarsamente affrontabili, sta avanzando il metodo di stimolazione magnetica transcranica che consiste in un apparecchio in grado di stimolare l’area cerebrale. Questo metodo sta dando buone indicazioni negli Negli Stati Uniti. In Emilia Romagna l’unica Ausl ad avere questa apparecchiatura è Cesena. Chissà forse l’Ausl di Parma se un domani vorrà affrontare un investimento di questo tipo. Molto apprezzabile è anche il lavoro condotto dagli operatori Ausl di Strada che tutti i giorni si recano nei luoghi di vita e di aggregazione dove questi ragazzi consumatori si incontrano, instaurano con loro rapporti per comprendere i loro consumi e diminuirne i rischi. Altrettanto apprezzabile il lavoro che quotidianamente svolge don Valentini nella sua comunità, il quale sostiene che la droga a Parma c’è sempre stata, forse più nascosta, più nel sottobosco e pensare che si possa attribuire tutte le colpe agli spacciatori sia un discorso moto riduttivo. L’ex agente Tramuta della squadra narcotici sostiene che le leggi sono troppo permissive, il cambiamento del quadro normativo avvenuto con il provvedimento svuotacarceri e con il massiccio arrivo di persone straniere le cose sono cambiate anche a Parma. Oggi chi commette un reato che non supera i quattro anni di reclusione non va in carcere, per cui se un pusher viene fermato con una o due dosi , in sostanza un poliziotto non può fare nulla. Anche il controllo del territorio è scarso e più agenti di polizia in strada piuttosto che negli uffici sarebbe apprezzabile. Finalmente abbiamo parlato di droga, cercando di affrontare un problema che ormai è strutturale nel sistema socioeconomico del nostro tempo , così ha tuonato il dirigente scolastico Pier Paolo Eramo. Ora chiediamo tre cose: allontanare con tutti i mezzi gli spacciatori dai luoghi abituali di spaccio, e soprattutto nei pressi delle scuole all’entrata e all’uscita degli studenti; non possiamo più permettere che il territorio sia controllato dalle organizzazioni criminali e che la loro presenza sia tollerata dalle istituzioni; di dire forte e chiaro che la droga fa male al singolo che la usa ma anche alla società, che il consumo non è legale , che non è bello da vedere e contrastarlo in tutti i modi le misure a disposizione.
Vero è che i tempi sono cambiati, è cambiata la società in generale, anche Parma è cambiata, e quel 40% di cittadini mi fa stare male, non mi entra in testa. Che cosa si può fare per contrastare questo fenomeno, chiamato così in modo improprio, perché con quella percentuale ormai è strutturale . Un azione congiunta fra cittadini e soprattutto genitori che amano i propri figli, amministrazione pubblica, associazioni, parrocchie, tutti quelli che ancora amano la propria città devono mettersi in campo per combattere lo spaccio, per denunciare pubblicamente chi ne fa uso, informare sui rischi che si corrono con queste droghe moderne, perché oggi difficilmente si muore per overdose , oggi si annienta l’intelligenza e la capacità cerebrale. Se le forze dell’ordine non hanno i mezzi per affrontare questa situazione che porta degrado, che infligge paura, i cittadini si muovano e si riapproprino delle loro strade, della loro città , perché se tutti pensiamo che non è un problema che ci riguarda, non abbiamo capito niente, perchè forse nostro figlio , nostro nipote, ne è già vittima a nostra insaputa.
La proposta dell’ associazione “Oltre il Ponte “ è: PREVENZIONE.
In che modo? Sensibilizzando gli insegnanti, i docenti e i dirigenti scolastici, affinché diventi un tema di dibattito scolastico, spiegando perfettamente ai ragazzi quali sono i danni provocati dall’assunzione di stupefacenti al fisico (cervello), alla famiglia e alla collettività. Crediamo che parlarne possa svegliare delle coscienze, ma soprattutto rendere consapevoli i giovani di ciò a cui andrebbero incontro. Noi ci siamo!!!
di Gabriella Biacchi