Il Festival Internazionale dei Giovani, fondato nel 1988 con l’intento di favorire l’incontro tra i giovani e lo scambio tra le culture del mondo al fine di migliorare la comprensione e il rispetto reciproco in un clima di divertimento e amicizia, ha ricevuto in questi giorni il Patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Questo Festival é una grande festa dove le culture si uniscono, i giovani sono i portavoce di grande gioia, mentre diffondono suoni e colori senza confini. C’è da aggiungere che, oltre alle esperienze vissute all’interno del Festival, a rendere il tutto più emozionante è la bellezza dei posti nei quali il festival accompagna i giovani durante tutti questi anni di attivitá in crescita.
Carlo Devoti organizzatore del Festival lo racconta per noi.
Come nasce questa bellissima idea di portare il valore tramite la danza?
La danza è cultura e la parola cultura, nel corso degli anni, mi è stata insegnata dalle migliaia di giovani interculturali, provenienti da 40 Nazioni del Mondo, che hanno partecipato al nostro Festival Internazionale dei Giovani con lo scopo di scambiarsi il meglio delle proprie culture al fine di arricchirsi reciprocamente. Lì, ho visto confermato il pensiero ben definito dall’ intellettuale americano Noam Chomsky : la povertà materiale induce la ricchezza culturale. Tale conferma la ritrovo in una definizione dello scrittore Franco Fortini che così definisce la parola cultura: “Quando si pronuncia la parola cultura, viene da pensare ai libri e allo studio; perché per i più, infatti, cultura equivale a sistema più o meno organizzato di conoscenze intellettuali. Per altri, e per noi, cultura è invece il modo nel quale gli uomini producono quanto è necessario alla loro esistenza, la particolare maniera, mutevole per il mutare dei mezzi di produzione, con la quale essi entrano in rapporto con gli altri uomini e con le cose. Cultura è la forma nella quale gli uomini, nella loro storia, si sono scambiati i prodotti del lavoro, hanno costruito capanne e cattedrali, scelto le parole dell’amore; è la forma varia nella quale hanno fissato i costumi, i riti, le leggi; nella quale hanno arato i campi, esplorato il mare, condotto gli eserciti, speculato i cieli, composto i poemi. Queste forme noi sappiamo che non soltanto non sono eterne ma che anzi si mutano più o meno visibilmente nel tempo secondo una legge necessaria che l’uomo deve cercare di conoscere per potere efficacemente agire.”A questa affermazione aggiungo” come hanno giocato, ballato, cantato, suonato, preparato i cibi” azioni che ci riconducono al folclore , a quelle radici che ci consentono di riconoscere senza ombra di dubbio le diverse etnie del mondo ed i loro confini naturali.
Come sono stati i primi passi e le prime esperienze?
Ho costruito la mia rete intercultuarale attivando conoscenze maturate sui campi di gioco quando militavo nella squadra Nazionale di Pallavolo. Al termine delle partite ci scambiavamo con i nostri avversari, non solo le magliette ma anche gli indirizzi grazie ai quali potevamo mantenerci in contatto. Quando ho deciso di internazionalizzare la nostra esperienza, mi sono rivolto a loro.
Quanto é importante dare valore ad una figura giovanile artistica?
L’ arte come lo sport ti aiuta a scoprire i tuoi talenti che una volta emersi devono essere allenati al fine della loro migliore espressione. Per i più talentuosi arte e sport possono diventare una strada da seguire per affermarsi nella vita. Ecco la ragione per cui è necessario incoraggiare coloro che dispongono di questi talenti.
Le difficoltà e le gioie? Ricordi un caso specifico oppure momenti particolari?
Sul cammino abbiamo trovato sia ostacoli naturali che quelli posti ad arte per ostacolare l’ affermazione di un modello di aggregazione giovanile che invita a produrre in proprio anziché acquistare. Il consumismo è il nostro peggiore nemico.Grande è la nostra soddisfazione quando vediamo giovani che si divertono mettendo in gioco ciò che di personale dispongono.
La nostra rete è formata da Scuole. Università associazioni culturali e sportive di 40 Nazioni del Mondo. Ad oggi sono circa 60 mila i giovani che hanno partecipato al nostro Festival.
A Mosca provai emozione e soddisfazione quando, in occasione del Festival Rosa Vetrov, i vincitori furono premiati con un viaggio in Italia per partecipare al nostro Festival.
Come si collegano i vostri eventi con le persone che aiutano? Quali sono?
Il nostro Staff è formato da tutte quelle persone che sono a capo dei vari gruppi partecipanti. Si tratta di persone esperte nel settore dell’ arte e dello sport che prestano con grande piacere la loro professionalità affinchè il tutto si possa svolgere nel migliore dei modi e a beneficio dei loro giovani.
L’ Albania é sempre con voi? Da quanti anni collaborate e come?
La prima volta dell’ Albania fu nell’ anno 2000 in occasione del Giubileo. Si trattava di un gruppo veramente eccellente composto da Maestri ed allievi dell’ Accademia di Danza di Tirana. Grande fu il mio stupore nell’ assistere ai loro spettacoli.
Qual è il più bel momento che avete condiviso in queste occasioni?
Il rapporto con gli Albanesi non è stato facile in quanto mancava quella disciplina di gruppo che invece era presente in altri. Da parte mia ho cercato di aiutarli a riflettere sui loro innegabili talenti e sul bisogno di disciplinarli in una azione corale. vedere oggi che molto è cambiato in positivo mi fa piacere.
Avete un particolare legame con gli albanesi?
Con l’Albania più che un legame provo un sentimento di rispetto per il valore della loro cultura che a mio avviso non riesce ancora a comunicare con il dovuto impegno.
Quelle messaggio porta per i giovani e non solo?
Il tutto parte dal riconoscimento del valore da qualsiasi parte provenga. Sentirsi riconosciuti nel valore aiuta ad esprimere il meglio di ciò che si possiede anche per non volere tradire il rispetto e la fiducia acquisita. E’ il pregiudizio che bisogna superare per ottenere questo risultato. I giovani che si tengono felicemente per mano, ballando in cerchio e specchiandosi l’uno nell’ altro, ne rappresentano i più affidabili testimoni.
da Londra Anila Kadija