“Il Ponte della Navetta è una delle opere più attese di questi ultimi anni. Oggi con questa cerimonia condividiamo la ricostruzione di una struttura che ha un profondo significato per il quartiere e per l’intera città. Andremo così a chiudere una cicatrice che ci accompagna dall’ottobre 2014 quando l’alluvione ne causò il crollo”. Il sindaco Federico Pizzarotti ha aperto con queste parole la cerimonia di posa della prima pietra del Ponte della Navetta, un momento solenne per condividere con tutta la popolazione e le autorità, il percorso fatto in questi anni che porterà alla ricostruzione di quanto fu spazzato via dall’alluvione. “Ricostruire tutto: lo avevano promesso subito dopo l’alluvione e lo stiamo facendo”, afferma Paola Gazzolo, assessore regionale alla protezione civile. “La posa della prima pietra del Ponte della Navetta è un ulteriore tassello che si aggiunge agli oltre 3 milioni e mezzo di interventi messi in campo dalla Regione a partire dal 2015 per la sicurezza della città di Parma. Verrà restituito alla città un tratto della sua identità, un simbolo di resilienza. Nel frattempo – conclude Gazzolo – si sono avviati anche gli ultimi due lotti di lavori sul Baganza: sono in dirittura di arrivo le opere da 530 mila euro per le nuove arginature su entrambe le sponde del corso d’acqua e, nei giorni scorsi, è stato appaltato il cantiere da 250 mila euro che permetterà di render fruibile l’argine a pedoni e ciclisti, lungo via Montanara”.
Il provveditore interregionale per le Opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna Pietro Baratono si è complimentato per il metodo di lavoro condiviso e messo in atto dalle diverse Istituzioni che hanno contribuito alla ricostruzione del Ponte della Navetta: “Il percorso fatto è un esempio di come Stato, Comune e Istituzioni possono collaborare per raggiungere uno stesso obiettivo. E’ il primo caso di opera pubblica gestita in modo digitale, una priorità per il futuro. Sono felice che questo sia avvenuto a Parma, nella regione di cui sono Responsabile”.
Un’opera partecipata e condivisa con la cittadinanza fin dal principio: nel marzo 2015, grazie alla generosità del Rotary club, è stato bandito un concorso di idee che si è concluso con la proclamazione del vincitore, decretato anche attraverso il voto popolare. “Questo quartiere ci ha dato una lezione di dignità, di determinazione, di coraggio che andava in un qualche modo riconosciuta. L’impegno è stato di tutti i Rotary dell’area Emiliana Due, abbiamo dato il nostro contributo mettendoci a disposizione della Pubblica Amministrazione per fare qualcosa che fosse significativo per il quartiere”, ha detto il past president Rotary Club Parma Farnese Antonio Bodria. L’assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi ha evidenziato quanto la realizzazione di questa opera sia frutto del lavoro di tutti a partire dai cittadini e dalle Istituzioni: “la prossima estate ci ritroveremo ed inaugureremo il collegamento ciclopedonale simbolo della ricostruzione dopo i danni causati dall’alluvione. Un ringraziamento va anche al Comitato Alluvionati che ci ha sostenuti e accompagnati sempre”. Gli eccezionali eventi atmosferici del 13 ottobre 2014 che determinarono l’esondazione del Torrente Baganza, causarono il crollo pressoché totale del ponte farnesiano della Navetta collegamento ciclopedonale tra le due sponde del Baganza, congiungendo via Baganza e via Navetta. Il rifacimento del Ponte farnesiano della Navetta non era stato incluso tra i finanziamenti dell’Agenzia di Protezione Civile dell’Emilia Romagna e del Fondo di Solidarietà della Comunità Europea.
Questa Amministrazione, in attesa di reperire i finanziamenti, intendendo comunque procedere alla ricostruzione del ponte, recuperando quella che è la memoria storica del ponte nato come “ponte delle acque” e simbolo del quartiere Montanara, mettendo però in discussione la forma del ponte storico preesistente che ha dimostrato, alla prova dei fatti, forti criticità dal punto di vista idraulico, in attesa di reperire i finanziamenti, ha comunque voluto farsi carico della necessità dei cittadini e, anche grazie alla generosità del Rotary club che ha finanziato i premi, nel marzo 2015 ha bandito un concorso di idee per il progetto di rifacimento del ponte, che si è concluso nel luglio dello stesso anno, con la proclamazione del vincitore, decretato anche attraverso il voto popolare.
Nel frattempo, con decreto n. 104 del 17/03/2015, il Ministero Infrastrutture e Trasporti, ha approvato il programma degli interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico di competenza dei Provveditorati, tra cui rientrano i lavori di rifacimento del ponte della Navetta, per un importo di € 1.400.000. A seguito dell’assegnazione del finanziamento al Provveditorato, si è provveduto alla sottoscrizione di una convenzione tra Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna, Regione Emilia Romagna e Comune di Parma, al fine di stabilire le varie competenze per la realizzazione dell’opera. Il Provveditore ha approvato il progetto esecutivo sviluppato dai vincitori del concorso con la tecnologia digitale BIM, applicata per la prima volta in Italia ad un’opera pubblica, per un importo totale di € 1.700.000, e dato avvio alle procedure di gara. L’appalto è stato assegnato all’ATI “Buia Nereo S.r.l. – Parma, per il corrispettivo netto di € 1.217.977,58.
PROGETTO.
Il ponte verrà ricostruito modificando leggermente il tracciato del vecchio ponte lasciando la memoria e la continuità storica nell’uso.
Al fine di ridurre l’impatto visivo del ponte si è scelta una soluzione strutturale che non comportasse l’impiego di strutture in elevazione che superassero l’altezza strettamente necessaria: lo schema strutturale della passerella è un arco ribassato tirantato (bow-string) in acciaio. Tale soluzione permette di avere una visuale sul paesaggio completamente libera lungo tutto il percorso. L’elemento metallico visibile introduce un nuovo elemento nel paesaggio ma risponde ai mutati requisiti di portata idraulica (una sola campata e assenza di strutture nell’alveo), requisiti sismici e nel complesso requisiti di incolumità per i cittadini. Il profilo del ponte è costituito da una parte in piano inclinato con pendenza del 5% ed una parte curva in sommità. I dislivelli tra le zone di prossimità del ponte ed il ponte stesso vengono superate con un sistema di rampe ciclopedonali e con scale di accesso poste sulle spalle del ponte. La continuità del percorso ciclopedonale sugli argini viene preservata ed il percorso entra a far parte del sistema di accesso al ponte.
Nei pressi dell’accesso è prevista la collocazione del monumento agli angeli del fango: sulla parete adiacente alla scala di accesso tredici figure in acciaio verniciato ricorderanno il coinvolgimento della popolazione nel ripristino delle aree alluvionate. Per chi accede da via Baganza, la rampa di accesso al ponte si trova sul prolungamento della pista sul nuovo argine lungo il viale alberato. Per accedere al ponte sono previste due scale in pietra poste simmetricamente rispetto all’asse longitudinale. Il rivestimento di tutti i muri è previsto in mattone faccia a vista.
I parapetti del ponte sono costituiti da ringhiere in acciaio e contengono l’apparecchio di illuminazione del ponte stesso.
Il piano di calpestio del ponte è realizzato in doghe “millerighe” in un particolare materiale interamente riciclabile costituito da 2/3 di farina di legno, da 1/3 di polietilene ad alta densità (PEHD), con finitura superiore anti-sdrucciolo, colore legno. Le rampe saranno realizzate recuperando tutto il materiale di scavo che ricompattato costituirà il piano d’appoggio delle rampe stesse. Per le rampe ed il ponte si è ritenuto di ridurre al minimo l’impatto visivo del ponte illuminato e delle sorgenti. Per le rampe e le scale, nel muro di protezione si prevede l’incasso di apparecchi illuminanti con corpo in alluminio equipaggiati con sorgenti a LED.